lunedì 10 febbraio 2020

L'amico ritrovato

Recensione
"L'amico ritrovato" di Fred Uhlman.
#libricinigdl
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Nella Germania degli anni Trenta, due ragazzi sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. L'uno è figlio di un medico ebreo, l'altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un'amicizia del cuore, un'intesa perfetta e magica. Un anno dopo, il loro legame è spezzato. [...]
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"L'amico ritrovato" è un romanzo ambientato nella Stoccarda degli anni '30. Probabilmente è presente qualche ispirazione tratta dalla vita dell' autore. Un amicizia complicata, quella tra Hans Schwarz, figlio di un medico ebreo con una bassa capacità di socializzazione per proprio volere, e Konradin von Hohenfels, giovane rampollo di una nobile famiglia tedesca, nota a tutti per le gesta eroiche per la società compiute da avi importanti. Anche Konradin è abbastanza riservato, i compagni inizialmente spaventati da questa imponente figura gli girano inizialmente alla larga, ma successivamente provano ad entrare nelle sue grazie con scarsi risultati. Anche Hans ha la stessa reazione, fin quando non decide che Konradin sarebbe dovuto diventare suo amico. E così sarà. Un amicizia forte che purtroppo verrà minata dapprima dal pensiero della madre di Konradin che non sopporta gli ebrei e crede che Hans stia minando la mente di suo figlio, superato questo ostacolo ne incontrano uno ancora più difficile da abbattere sulla loro strada: le leggi raziali. Passa quasi un anno e il loro rapporto inizia a disgregarsi. L'intolleranza verso le persone di origine ebraica diventa sempre più forte. Cosicché i genitori di Hans lo costringono a trasferirsi in America per frequentare l'università, e qui si creerà la sua nuova vita, con la speranza di cancellare ciò che aveva subito in Germania, e superare la morte dei genitori, ma una lettera lo ricondurrà con violenza al suo passato.
Un piccolo romanzo che ci pone davanti uno squarciato di vita quotidiana delle popolazioni ebraiche della Germania Nazista. Poche pagine che ci fanno riflettere su ciò che la violenza porta. Un odio che non è ancora sparito del tutto, è solo assopito in attesta di esplodere non appena la miccia sarà accesa. Un rifiuto verso "l'altro" che ancora oggi ci spaventa e non si riesce ad accettare. Il pericolo è dietro l'angolo, basta accendere la tv ed ascoltare ogni giorno i casi di omicidi che si verificano. Non ci resta che stare allerta su quello che apparentemente viene fatto per "il bene" della Nazione, o di un falso ideale.
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⭐⭐⭐⭐/5

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