mercoledì 17 novembre 2021

Enigma Laocoonte

Angolo recensioni 💥📚
"Enigma Laocoonte" di Francesco Colafemmina
Chi di voi non conosce questa magnifica scultura e il mito che ci racconta?
Laocoonte, cerca di dissuadere i troiani dall' accettare il cavallo di legno donato dagli Achei avendo intuito che ciò li avrebbe portati alla rovina. Venne ucciso per ciò sulla spiaggia insieme ai figli da due serpenti marini inviati dagli dei, nel tentativo di salvarli.
Altra leggenda narra che Laocoonte, sacerdote troiano, venne punito dal dio Apollo perché si unì con la moglie davanti alla sua statua attirandone la collera.
Pare che la sua morte abbia ispirato Enea a fuggire da Troia per fondare una nuova civiltà.
Il 14 gennaio del 1506, in una vigna romana appartenente a Felice de Fredis che si trovava nelle zone delle cisterne delle terme di Traiano, venne rinvenuta una statua antica raffigurante Laocoonte e i suoi figli.
Del ritrovamento venne subito informato il papà Giulio II che invio il suo architetto, Giuliano da Sangallo, a fare un sopralluogo.
In quel periodo era presente a Roma per costruire il monumento funebre del papa, Michelangelo Buonarroti che accompagnó Giuliano e il figlio sul posto del ritrovamento...
Fu proprio il ritrovamento del complesso marmoreo del Laocoonte a scatenare ipotesi e interrogativi sull'originalità dell'opera attribuita a tre autori: Atanodoro, Agesandro, e Polidoro.
È davvero l'originale bronzeo del periodo ellenista? O è buna copia romana di epoche più recenti? Ed è qui che Colafemmina fa entrare in gioco la figura di Michelangelo.
Papà Clemente, subito dopo il ritrovamento fece esporre la statua nel cortile all'interno del Giardino del Belvedere.
Già in passato Michelangelo fu protagonista di una truffa quando nel 1496 realizzò un "Cupido Dormiente" che venne interrato e fatto ritrovare e rivenduto da un mercante di arte come un originale opera antica al Cardinale Riario che fu il firmatario del contratto di acquisto da parte di De Fredis del Laocoonte.
Nonostante tutto, il cardinale scoprì l'inganno del Cupido grazie a Jacopo Galli, mercante d'arte, restituendola e ottenendo un rimborso. Ciò non fece crollare la fama di Michelangelo anzi la aumentò e grazie a questa truffa ottenne la commissione del Bacco rifiutato da Riario e tenuto da Galli.
Gli studi di Colafemmina cercano di costruire intrecci e significati simbolici di queste teorie critiche e perché se fossero vere Michelangelo avrebbe scelto proprio di scolpire il Laocoonte? Ciò che accade è che improvvisamente il papà Giulio II trova diverse scuse per non ricevere Michelangelo che aveva bisogno di denaro per pagare il materiale per il monumento funebre che gli era stato commissionato dal papa in persona, e dopo diversi tentativi decide improvvisamente di fuggire da Roma per rifugiarsi a Firenze.L'unica cosa che dichiara in una lettera é quella di non voler dare spiegazioni del suo gesto, l'unica affermazione che fa è : "S'i stavo a Roma fissi facta prima la sepoltura mia che quella del papa".
Forse l'inganno era stato scoperto?
Altra piccola coincidenza: a Cupido mancava un braccio che lo scultore tenne per sé e lo face ricomparire solo successivamente per dimostrarne la paternità. Laocoonte fu ritrovato senza il braccio destro che fu ritrovato solo dopo quattro secoli e non sappiamo dove fu custodito per tutto questo tempo...
Nell'appendice del dossier di studi di Francesco Colafemmina troviamo anche uno scritto quasi sconosciuto del bibliotecario Costantino Maes che parla di un altro Laocoonte, molto più grande, che forse è ancora sepolto a Roma sotto la Basilica di Santa Prudenziana, e altre testimonianze che dichiarano la stessa cosa.
Quindi, secondo voi,l'enigma del Laocoonte possiamo considerarlo ancora aperto?

martedì 16 novembre 2021

Il ricordo del miracolo della Madonna del Carmine

https://www.inquietonotizie.it/16-novembre-1894-il-ricordo-del-miracolo-della-madonna-del-carmine/ 

Il 16 novembre 1894, un terremoto di catastrofiche dimensioni colpì le province di Reggio Calabria, Catanzaro e la Sicilia Orientale. 

In Sicilia, il terremoto distrusse la facciata del Duomo di Messina, la Torre del Faro, colpendo anche le zone dell’Etna e delle Isole Eolie. In Calabria, furono soprattutto i territori di Sant’Eufemia d’Aspromonte, San Procopio, Santa Cristina, Oppido Mamertina, Sinopoli, Seminara e Bagnara a subire le devastazioni, ma l’epicentro del terremoto fu a Palmi. Qui, però, le violenti scosse furono precedute da segni premonitori che si verificarono nella piccola chiesa dedicata alla Beata Vergine del Carmelo, la cui statua presente all’interno della chiesa iniziò a compiere gesti straordinari. 

Gli eventi ebbero inizio il 31 ottobre 1984, e si protrassero fino al 16 novembre. In questi giorni, fedeli e non credenti, si riunirono all’interno della Chiese, dove assistettero a straordinarie manifestazioni che crearono forte scalpore, tanto da essere narrate anche dalla stampa del tempo. 

«Spuntava l’alba del 31 ottobre 1894. Era il mese consacrato alla Santissima Vergine delle Vittorie. Dopo la Messa, la Santissima Vergine sotto il titolo del Monte Carmelo, che si venera in chiesa propria in Palmi, si fa scorgere dai fedeli presenti con un viso pallido e con gli occhi di donna quasi svenuta. In un istante si diffonde la notizia: tutto il popolo, gli ufficiali pubblici, il clero vedono le colonne dell’altare, le mura della chiesa, il volto della Madonna che grondano acqua. Dopo, la Gran Vergine chiude gli occhi, che riapre spesso cambiando la tinta del volto, ora come di pallore, ora come di gioia». 

 (La Civiltà Cattolica)

Le manifestazioni raggiunsero il culmine il giorno del terremoto, il 16 novembre. Quel giorno, infatti, fin dalle ore 15:00 la Madonna iniziò a muovere gli occhi in modo sempre più veloce e il colore del suo viso era in continuo cambiamento.

Il cielo era oscurato dalla nebbia, soffiava un vento di scirocco, e la popolazione impaurita si riversò nella chiesa. Alle 18:00 la popolazione, spaventata da quello che stava accadendo, volle portare a tutti i costi la statua della Beata Vergine in processione per le vie.  Arrivati alla fine del Corso Garibaldi, arrivò il terremoto.

Il terremoto distrusse gran parte della città, ma i morti avrebbero potuto essere molti di più se la gente non fosse stata per le strade in processione, ma all’interno delle proprie abitazioni. Scosse e crolli continuarono a succedersi in modo spaventoso. Il giorno dopo, 17 novembre, furono portate nella piazza principale tutte le statue di Santi presenti nelle chiese palmesi e venne celebrata una messa. Nel 1986, in memoria del miracolo compiuto quel 16 novembre, la Vergine del Carmelo venne “Incoronata” con un Decreto del Capitolo Vaticano al grido “Viva Maria”.

Da allora, ogni anno il 16 novembre la statua della Madonna del Carmine viene condotta per le stesse strade percorse allora, in una processione penitenziale, fino al punto dove il sisma si fece maggiormente sentire, la fine del corso Garibaldi. 

“ E’ ura mi si nesci,
ca l’ura s’avvicina…
nda’, ja,…mbuttamu giuvani
no la pensati a schina…
l’urtima spera catti 
e ccà non sugnu sulu
ccùmpagnu la Madonna
mi jamu ndì ddhù “muru”.
Undi nc’è lu “rrìcordu”,
chi fici uniri i mani 
li casi… li muntagni…
tremari i parmisani.
Addhùmu la candila,
“dassatimi addhùmari”
È nvecchìu “catanonnu”
Chi avi di scuntari!
Ora sì l’animo mio è tranquillo, nessun pensiero in mente…
Ave Maria…Ave, cammino lentamente.
Non più di mille passi e siamo già arrivati…
Di là da un balcone, il prete ci hà guardati, ci dice, ci rammenta quanto è successo allora, promessa di questìora, al tuo fratello dona. 
Al pater, alla fine, scambiatevi la pace:
(pace fratello … pace) e il mio vicino tace! 
“pace fratello… FORTE! Paci fratellu… paci! Dentro di me… è notte!

(Mario Bagalà)

 

-Il terremoto del 16 novembre 1894 e il miracolo della Madonna del Carmine a Palmi (Domenico Ferraro)
-Primo Centenario del Miracolo della Madonna del Carmine; Palmi 1894-1994 (a cura di Mario Bagalà) 


lunedì 15 novembre 2021

 

Ho dovuto censurare la copertina perché mi viene segnalata)
📚💥 Angolo recensioni ðŸ’¥ðŸ“š
"Inés dell'anima mia" di Isabel Allende

«Sono Inés Suárez, suddita nella leale città di Santiago della Nuova Estremadura, Regno del Cile, anno 1580 di Nostro Signore.»

Partendo dal presupposto che non ho mai letto nulla dell'autrice cilena Isabel Allende, sono rimasta letteralmente incantata da questo romanzo.
Inés dell'anima mia è la storia di una Donna, Amante, Innamorata, Moglie ma soprattutto Indomita Guerriera disposta ad affrontare ogni tipo di ostacolo e fatica pur di seguire il proprio cuore e i sentimenti che prova. Decide di scrivere questo diario che lascerà in eredità alla figlia adottiva, Isabel, con la speranza che faccia conoscere le avventure della prima donna- eroina conquistador della Spagna.
Inés Suarez, figlia di un modesto artigiano di Plasencia, già da piccola dimostra di avere un temperamento troppo forte per le donne del '500, sottomesse dapprima ai padri e in seguito ai mariti. Vorrebbero chiuderla in convento per cercare di farla cambiare, ma lei innamorata di un uomo e soldato bellissimo ma poco affidabile, Juan de Málaga, decide di sposarlo contro il volere dei genitori. Ciò a nulla serve però, Juan decide di abbandonarla per cercare ricchezza e fortuna nel Nuovo Mondo. Inés, per non ricadere sotto i comandi della famiglia, dopo aver messo da parte qualche spicciolo decide di partire per ricongiungersi al marito. Durante il viaggio lunghissimo è costretta a rimboccarsi le maniche e inizia da subito a farsi rispettare dagli uomini presenti sull'imbarcazione, non molto gentili verso le donne. Ma arrivata in Perù un'altra sorpresa l'attende, il marito è morto.
Qui incontrerà Pedro de Valdivia, sfuggito ad un matrimonio insoddisfacente e insieme affronteranno mille battaglie con temibili indigeni riuscendo a fondare la città di Santiago. Dopo numerosi successi avuti in battaglia dove oltre a combattere, si prende cura dei feriti e gestisce in modo impeccabile la nascita della nuova città divenendone governatrice insieme al governatore Pedro, Inés, per forze maggiori, sarà abbandonata dall'amato. Ma non tutto è perduto. È proprio a Santiago che conoscerà il suo più grande amore, Rodrigo de Quiroga, valoroso soldato rimasto vedovo, col quale si sposerà. La l'ora sarà una bellissima storia, nonostante le difficoltà dovute alle guerre e battaglie varie, che durerà per oltre trent'anni...
La scritta di Isabel Allende è chiara e nitida, con una fortissima cura dei dettagli e dei minimi particolari descritti.
Avete letto questo libro o qualche altro romanzo di Isabel Allende? Cosa ne pensate?