lunedì 18 febbraio 2019

Recensione- I Watson


RECENSIONE – I WATSON

“<<E come mai il tuo cuore è stato il solo a rimanere freddo?>>  disse Emma sorridendo. <<Una ragione c’è>>, rispose Miss Watson, diventando rossa in viso. <<Sai, Emma, le altre non mi hanno trattato troppo bene;  mi auguro che tu sia più fortunata>>.”

TRAMA
Era il 1803 quando Jane Austen mise mano alla stesura di un romanzo che non avrebbe mai trovato compimento e sarebbe stato pubblicato per la prima volta solo nel 1871, a cura del nipote dell'autrice, James-Rdward Austen-Leigh, il quale lo intitolò "I Watson". Un'opera che gli amanti della grande scrittrice avrebbero sempre desiderato leggere per intero, avendo tutte le caratteristiche delle sue opere più mature (infatti fu scritta dopo la stesura di "Ragione e sentimento" e "Orgoglio e pregiudizio"). Finora, quindi, le avventure di Emma, l'eroina del romanzo, si interrompevano bruscamente lasciando nei lettori un misto di delusione e di curiosità insoddisfatta. Finora. Adesso, grazie alla straordinaria e felice creatività di Joan Aiken, famosa e apprezzata autrice di sequel austeniani, quelle vicende trovano compimento in un romanzo che riprende esattamente da dove la vicenda si era interrotta, intrecciando le vicende di nuovi e vecchi personaggi. E così sapremo finalmente cosa succede a Emma quando, dopo quattordici anni di assenza, fa ritorno nella sua famiglia d'origine e si ritrova a dover assistere il padre, ormai vecchio e molto malato, e farsi accettare dai fratelli, tra i quali i rapporti sono inquinati da piccole gelosie e invidie meschine. Ma la giovane Emma è all'altezza delle grandi eroine austeniane e affronterà con coraggio e determinazione le difficili prove che la vita ha in serbo per lei.

RECENSIONE
È il primo romanzo di Jane Austen al quale mi sono approcciata. Mi è piaciuto molto, la scrittura è scorrevole, ottime le descrizioni di ambienti e costumi. I Watson è la storia di un sacerdote rimasto vedovo, con quattro figlie e due figli da crescere. Emma, la più piccola, viene adottata da una ricca zia. Ha la fortuna di avere una maggiore istruzione rispetto ai suoi fratelli, una grazia ed eleganza che la fanno distinguere e non passare inosservata. Purtroppo la morte della zia la porta a dover tornare a casa, dalla sua famiglia di origine, dove si sente a disagio, non solo perché la distanza li ha fatti diventare dei perfetti sconosciuti, anche per la situazione in cui si trovano, finti borghesi occupati a salvaguardare la finta immagine della famiglia benestante, pur non potendoselo in realtà permettere. Il matrimonio è l’unica salvezza dal rischio di emarginazione sociale e dalla povertà. L’amore non è visto come qualcosa di dolce e romantico. Le sorelle, sono tutte occupate ad accaparrarsi i pochi  buoni scapoli rimasti in circolazione, tranne Emma che non vuole partecipare ad eventi mondani. Questo romanzo narra quali siano priorità della società borghese di quei tempi, che ha come unico scopo quello di apparire. Purtroppo il libro si chiude bruscamente, ma il nipote della scrittrice, J.E Austen-Leigh, scrive una seconda edizione dal titolo “A memoir of Jane Austen” dove aggiunge un piccolo capitolo con i possibili sviluppi e conseguente conclusione della trama.
VOTO 8

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